La Permacoltura urbana sta attraendo nuovi interessi da parte di persone che cominciano a coltivare orti e piccoli appezzamenti con passione e competenza. Tali progetti si accordano anche ai principi sviluppati negli anni ’60 da Robert Adrian de Jauralde Hart, padre del giardinaggio forestale in Gran Bretagna. Si tratta di un tipo di produzione agricola sostenibile che si basa sulla coltivazione delle specie arboree, arbustive o erbacee reperibili nella food forest, ovvero “foresta commestibile”. È una pratica antica, che ha radici in Giappone e successivamente si è sviluppata anche in Australia. La teoria si può rintracciare nell’Introduzione alla permacultura di Bill Mollison e Reny Mia Slay, citati dalla rivista Terranuova (Terranuova edizioni). L’aspetto pratico è stato affrontato a Canterano (Rm), uno dei paesinvisibili nella Valle dell’Aniene, per il primo corso di Food Forest. La giornata è stata organizzata nel terreno di Eugenio: una collina che si trova tra un bosco ceduo di roverelle e la strada provinciale. Il suolo è di tipo argilloso ed insiste su strati precedenti di tipo marnoso arenacei; i tipici affioramenti calcarei dei monti Ruffi si possono vedere a monte, come scorci in mezzo alla macchia. Sul limite del terreno si trova un ruscello che scorre con orientamento sud-ovest verso il fosso delle Cone. Il progetto prevede lo scavo di due solchi di cattura dell’acqua lungo la dorsale della collina, seguendo le linee di scorrimento del flussi d’acqua sotterranei indicati dalle isoipse. Con livella, tubo e filo a piombo viene tracciato un percorso che aggira in modo parallelo il solco, da nord a sud, con un’inclinazione verso due direzioni. Il solco a sinistra viene collegato ad un precedente solco di cattura a destra, verso una area di raccolta che diventerà uno stagno spontaneo. Successivamente si è livellato il lato a monte con la vanga, per favorire lo scorrimento superficiale e si è riportata la terra sopra il solco a valle, zona destinata alla messa a dimora degli alberi. Il terreno viene poi ricoperto con il carbone ricavato dalla combustione della legna, seguendo la tecnica della pira. La tecnica è simile a quella delle carbonaie di una volta e prevede la combustione della legna senza ossigeno, per mantenere, nel carbone ricavato, le sostante nutritive necessarie ad esaurire tutto il gas della combustione. Basti pensare che i nostri nonni utilizzavano la cenere del focolare domestico come concime naturale. Dopo questo passaggio il solco scavato viene ricoperto con cartone e lana per trattenere il più possibile l’umidità. Infine, come per l’orto sinergico, della paglia viene sparsa sul terreno da piantumare, senza ulteriori lavorazioni. La lezione di Eugenio è stata accolta con piacere da amici interessati venuti da Roma e attivi come Eugenio nella Permacultura Urbana. Più di tutto ha contribuito alla bella giornata il gustoso pranzo sociale, che ha incluso anche una minestra Americana a base di legumi, con aggiunta di spezie del tibet.
Produttori Una food forest
Mi pare un ottimo articolo. Da oggi so dove andare per attingere informazioni attendibili sulle iniziative del territorio