Accompagnare il passaggio dai distretti alle comunità distrettuali è il tema dell’incontro nazionale dell’economia solidale (INES) che si è tenuto a Mira (VE) i primi di ottobre scorso  all’interno della fiera “Si può fare!“Prima ci sono stati corsi di formazione della scuola dell’economia solidale su come tessere relazioni e comunità. Ci sono svolti  diversi incontri per confrontarsi sul futuro della economia solidale, con l’obiettivo di avviare un percorso formativo sul tema del “Passaggio da Distretti a Comunità distrettuali”,che ha costituito il dibattito di  INES 2017. La scuola  è destinata ad animatori di comunità di un distretto, una rete di gas , di patti di filiera tra produttori e consumatori, tracciatori di  mappe di comunità, realtà come  piccoli musei locali università agrarie, parchi agricoli,orti urbani.

La scuola ha preso avvio con il seminario di Ina Praetorius su “Economia di cura”, e si è conclusa con quello di Alberto Magnaghi su “Mappe di comunità”. Nella seconda parte del pomeriggio di venerdì sono andato a vedere una  una riunione aperta del Tavolo RES con la sintesi dei risultati  Le tre gambe dell’economia solidale. Per me che ho provato a risalire il percorso dei distretti di economia solidale,dalle esperienze fatte con i gas della Valle Aniene Vicino Roma, sono state due giornate molto interessanti un fine settimana dedicato a conoscere la rete nazionale di questa,piccola ma in grande crescita  economia locale che giudico un modo vero ed originale di impegnarmi dal basso nei problemi dei mio territorio. Ho con piacere  conosciuto alcuni  universitari e ricercatori  di cui  ho citato i lavori nella tesi di laurea ,qualche anno fa ma soprattutto degli altri cittadini e comunità regionali che stanno lavorando in modo efficace  a stringere relazioni e scambiare esperienze. Pochi amministratori forse ma tanta gente che conosce forse anche di più nel profondo i territori dove vivono. Interessante per me anche seguire i lavori della comunità di sostegno all’agricoltura del veneto. O come nella foto vedere il percorso al biologico di una azienda di famiglia che produce riso. Molti modelli di reti tra produttori e consumatori  sarebbero esportabili anche nella zona est di Roma. Necessario il coinvolgimenti come si diceva una volta dei portatori interessi , far crescere la consapevolezza e la voglia di partecipare a sostenere chi produce un cibo sano giusto rispetto al prezzo che si paga il lavoro. Soprattutto iniziando una nuova attività produttiva si ha bisogno sicuramente di cercare un mercato di riferimento e perchè non cercare chi si trova vicino chi vive nella zona e può conoscere meglio i problemi e le particolarità della produzione. Con la realizzazione non solo del km 0 ma anche di realizzare una rete socio economica virtuosa.

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